Storia del nostro nome

C'era una volta un regno...

Potrebbe cominciare così la storia del nome Ifalco ma non vorremmo tediarvi ripercorrendo la esatta ricostruzione degli avvenimenti di cui si sono resi protagonisti Signori, Cavalieri, Abati o semplici contadini.

Allora basterà darvi solamente qualche breve nozione storico-geografica importante.

Cominciamo col dire che Ifalco è un poggio nel Comune di Paternopoli, nel cuore dell’Irpinia.

Ifalco è una versione “imbastardita” di Girifalco, feudo di cui si ha testimonianza documentata fin dal XII secolo. La sincope è dovuta senz’altro ad un vezzo dialettale che ha ingentilito una parola piuttosto comune rendendola unica.  

Il primo Signore di questo fazzoletto di terra, incastonato tra i territori degli odierni Comuni di Torella dei Lombardi, Castelfranci e Paternopoli, fu Guaimario Saraceno. Poi ne seguirono altri e altri ancora…

La famiglia Saraceno ha origini ignote ma condusse il feudo di Girifalco al tempo della dominazione normanna nel sud Italia e sopravvisse alla loro dipartita e all’avvento degli Angiò.

Tuttavia, a non sopravvivere alle nequizie di quei tempi bui fu l’intero borgo che subì un lento ma inesorabile spopolamento, a partire dalla prima metà del 1300, per non vedere più la luce.

Unica testimonianza della laboriosità di quella piccola comunità (di quella università, come si soleva dire all’epoca) rimane la Torre Normanna di Girifalco che si impone ancora oggi, immarcescibile, su tutta la valle. La torre è un chiaro esempio di fortificazione utilizzata per controllare tutto il territorio circostante: nel Medioevo il mondo non era poi così sicuro!

Il castello, di cui si parla in alcuni documenti, è andato invece distrutto.

Ma torniamo a noi. Secondo la teoria più accreditata, Girifalco deriva dal termine germanico Geirfalk, cioè falco rapacissimo; ed il feudo di cui parliamo non è un unicum in Italia. Esistono diversi luoghi col medesimo nome (il comune di Girifalco, in Calabria, ne è un validissimo esempio). La ragione è da ricercarsi proprio nella occupazione normanna. Per questo fiero popolo di origine nordica era consuetudine utilizzare i falchi durante le battute di caccia. Fu quasi naturale, dunque, chiamare Girifalco quella valle boschiva ricca di selvaggina da cacciare.

Tuttavia, col passare dei secoli si è smarrita la memoria di questo minuscolo agglomerato di case di pietra e malta e tetti di paglia. Ma la scomparsa di Girifalco dalle moderne carte geografiche non ne ha intaccato la sua valenza storica. Ed il nostro è un tentativo di far rivivere oggi il suo ricordo, riannodando i fili della storia.

La nostra famiglia non possiede che una manciata di quei 173 ettari dell’antico feudo. Intendiamoci, la caccia con i falchi non è nelle nostre corde, ma sicuramente abbiamo adoperato il terreno dei signori di Girifalco per un’attività altrettanto nobile: la coltivazione della vite.

Ifalco non è un regno, certamente, ma un luogo, quello sì. Più precisamente una cantina dove persone appassionate producono vino. Ma questa è un’altra storia di cui vi parleremo presto.