FA’ CRUCI

è il nome che abbiamo scelto per il nostro aglianico rosato. Significa letteralmente farsi il segno della croce ed indica lo stupore che ci piove addosso quando accadono cose sorprendenti. Ma nel nostro caso assume un significato edulcorato, quasi poetico: è lo stupore che ci colpisce ogni anno non appena scorgiamo la sfumatura di rosa che ha assunto il nostro aglianico rosato.

Ad ispirare questa scelta è stata la storia di un folletto della tradizione popolare paternese chiamato Mazzamauriello. La ragione la capirete per quanto diremo a breve. 

Mazzamauriello e la vedova Filomena

Secondo la tradizione, Mazzamauriello era un folletto dispettoso e burlone che si prendeva gioco dei malcapitati. Il suo passatempo preferito era nascondersi nelle soffitte polverose delle masserie di campagna e rendere inquiete le notti dei contadini. 

Nonostante fosse un tipo poco amichevole, la presenza di Mazzamauriello era vista quasi come una benedizione per chi lo ospitava. Infatti si rincorrevano voci che ogniqualvolta si mostrasse accondiscendenza e sopportazione di fronte alle sue angherie, magari con l’offerta di un buon pasto, il folletto era solito ricambiare con doni e ricchezze. 

Una volta l’irriverente folletto si intrufolò in una cascina abitata da una signora, Filomena. La donna, ormai piuttosto avanti con l’età, aveva un corpo molto esile e una schiena ricurva che raccontava una vita di lavoro duro. Il volto rugoso e le mani anchilosate, invece, erano il segno di una saggezza che matura solo col tempo. Vestiva sempre di nero, Filomena, per via del lutto che portava dalla scomparsa del marito Ferdinando. 

Con la donna vivevano le sue cinque figlie, ancora tutte nubili a causa delle modeste condizioni economiche della famiglia, che rendevano le giovani poco desiderabili, anche a dispetto di una rara bellezza.

Ma torniamo a noi, da quando Mazzamauriello si era introdotto nella casa di Filomena e le sue figlie, le notti divennero terribilmente movimentate e le povere donne non riuscivano a trascorrere che poche ore in serenità. Erano ormai passate alcune settimane quando finalmente Filomena capì e catechizzò le figlie sul da farsi. Ogni notte, a turno, ciascuna di loro avrebbe deposto il miglior pasto che la giornata permetteva sull’uscio della porta in soffitta. Se le sue illazioni erano fondate si prospettava una grande opportunità da quella situazione. 

Intanto i giorni passavano e l’ospite era tollerato con crescente malcontento, quando d’improvviso la notte trascorse serenamente. Il mattino seguente Teresa, la più giovane delle donne, salì furtivamente le scale che conducevano alla soffitta e, con suo grande stupore, notò la zuppa di cipolle rappresa. Il pasto non era stato consumato. Mazzamauriello aveva lasciato per sempre la casa di Filomena. 

Da quel momento in paese cominciò a circolare la voce che dopo la visita del folletto Filomena avesse ricevuto in dono capacità di chiaroveggenza. L’astuta donna trasse un discreto vantaggio da quella diceria. Ben presto, infatti, cominciò ricevere frotte di persone desiderose di conoscere il proprio futuro. E grazie alle sue abilità, ma soprattutto alla sua furbizia, riuscì in breve tempo anche a trovare marito per ognuna delle sue figliuole. 

Nessuno può dire se le doti divinatorie di Filomena fossero reali o frutto della credulità di chi cercava conforto nelle sue parole. Una cosa però è certa. Chiunque andasse a consulto da lei faceva il segno della croce quando usciva. I malpensanti dicevano che era un modo per evitare il castigo divino cercando di porre rimedio alla richiesta blasfema fatta a “Filomena la fattucchiera”. Altri invece sostenevano che le risposte date da Filomena erano così strampalate da ingenerare un sentimento di sgomento misto a meraviglia ed il segno della croce rivelava più di mille parole lo stato d’animo degli interlocutori di Filomena. 

Sia come sia, era ormai noto il detto: Quanno vai addo’ Filomena te ne fai cruci”!